Memoria e utopia: la vocazione europea della letteratura siciliana
DOI:
https://doi.org/10.5007/fragmentos.v0i36.24180Resumo
Partendo dalla figura e dall'opera di Sciascia, assunta come punto d'arrivo della letteratura siciliana moderna, Di Grado vi fa confluire due secoli di riflessione e di scrittura, sottolineando la duplice aspirazione di quegli scrittori (dal Settecento di Meli e Tempio all’Ottocento dei veristi e al Novecento di Brancati, Vittorini, Sciascia e tanti altri) da un lato a fare i conti con le proprie radici e a preservare dall’omologazione l’identità e la diversità siciliane, dall’altro ad aprirsi all’Europa e al mondo, alle correnti più vitali della letteratura e del pensiero, dalla remota periferia in cui operano, che diventa così un osservatorio critico sulla storia e sulla società.
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